Giro d’Italia 2021, Top/Flop del Giorno
La nostra rubrica che traccia il bilancio della giornata appena conclusasi al Giro d’Italia 2021.
TOP
Gino Mäder (Bahrain Victorious): La Bahrain Victorious “vendica” la sfortunata tappa di ieri per merito di questo 24enne, che si inserisce nella fuga giusta grazie ad un incredibile Matej Mohoric, a cui il compagno di squadra dovrebbe fare un monumento visto il gran lavoro compiuto dallo sloveno negli ultimi 30 chilometri. L’elvetico è poi il più forte sulla salita conclusiva, staccando Mollema e Cataldo a poco più di tre chilometri dell’arrivo e resistendo al ritorno del gruppo per una manciata di secondi. Nel finale, il giovane talento rivive per un attimo i fantasmi della settima frazione dell’ultima Parigi-Nizza, quando fu ripreso a pochissimi metri dal traguardo da Roglic; questa volta, però, riesce a reggere, andando a prendersi il primo successo della sua carriera.
Egan Bernal (Ineos Grenadiers): Sull’arrivo di Sestola, il colombiano non era stato il primo dei big ad attaccare, ma aveva mostrato una gran gamba rientrando in poche pedalate su Landa. Quest’oggi, invece, è il vincitore del Tour de France 2019 a dare fuoco alle polveri a due chilometri dal traguardo (anticipato poco prima dal compagno di squadra Daniel Martinez, che gli fa da punto d’appoggio), attaccando non una ma due volte, dimostrando un’ottima condizione e di aver (apparentemente) superato i problemi fisici degli scorsi mesi. Solo Mäder gli impedisce di andare a prendersi il successo di giornata, ma sicuramente il 24enne ha lanciato anche oggi dei segnali importanti ai rivali.
Giulio Ciccone (Trek-Segafredo): Non è certamente semplice seguire le accelerazioni in salita di un corridore come Egan Bernal, ma l’abruzzese quest’oggi riesce senza problemi a tenere la ruota del colombiano sia sul suo primo attacco che sul secondo, dimostrando di essere l’uomo Trek più in forma a questo Giro. Probabilmente è troppo avventato nell’attacco in discesa dopo il GPM di Forca di Presta e deve imparare a gestire meglio le energie (considerando anche che la corsa dura tre settimane), ma sicuramente nei primi due arrivi in salita ha lanciato dei segnali positivi.
FLOP
George Bennett (Jumbo-Visma): Crolla definitivamente il neozelandese, che già a Sestola non era apparso particolarmente brillante. Quest’oggi, il 31enne è uno dei primi nomi importanti a staccarsi sulla salita finale, poi riesce a rientrare sfruttando un rallentamento del gruppo, staccandosi definitivamente alla successiva accelerazione. Alla fine, saranno più di sette i minuti di ritardo dal vincitore di giornata; dopo meno di una settimana di corsa, dunque, le gerarchie interne alla squadra neerlandese devono essere per forza di cose ridisegnate, con il norvegese Foss che diventa l’uomo di classifica del team. Per Bennett, giunto con tanto ottimismo al Giro, una brutta debacle che lo costringerà a rivedere le ambizioni.
Jai Hindley (Team DSM): Questo non sembra proprio poter essere il Giro dell’australiano, che del resto non aveva dato segnali incoraggianti neanche nel resto della stagione. Tuttavia, dopo nemmeno una settimana di gara, il secondo classificato della scorsa edizione si ritrova già con un ritardo di più di tre minuti da big come Bernal o Evenepoel, ma anche a più di due dal compagno di squadra Romain Bardet, che a questo punto diventa l’uomo di riferimento della formazione tedesca per la classifica generale. Come per Bennett, anche per lui si ridimensionano le ambizioni e, probabilmente, si ridisegna il suo ruolo all’interno della squadra.
Simon Yates (Team BikeExchange): Visto come era uscito dal Tour of the Alps, forse ci si poteva aspettare un inizio migliore da parte sua. Anche quest’oggi, come a Sestola, lascia infatti diversi secondi agli avversari e fa sorgere qualche interrogativo. Certo, nulla di grave, il Giro è ancora lungo e le salite più importanti devono ancora arrivare, ma sicuramente il britannico è quello che finora si è più nascosto tra coloro che puntano alla Maglia Rosa. Scelta volontaria, per risparmiare le energie ed evitare quanto successo nel 2018, o c’è qualcosa che non funziona? Lo scopriremo nelle prossime puntate…
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